Gli Itinerari
Ultima modifica 25 maggio 2022
Itinerario storico artistico
Le prime notizie su Angri non sono anteriori al IX secolo d.C.. Tuttavia, alcuni rinvenimenti archeologici nel corso del Novecento testimoniamo insediamenti d'età romana, collegati alla vicina Nuceria. Infatti, il suo territorio era attraversato da importanti arterie viarie che collegavano Nuceria a Pompeios ed a Stabiae, lungo le cui direttrici sono state rinvenute tombe e sepolcri i cui corredi sono tuttora esposti nel Museo della Valle del Sarno, ma anche aree sacre e ville rustiche d'età repubblicana.
Testimonianze di antropizzazioni precedenti non possono essere escluse, almeno per quel che concerne le fasi protostoriche che hanno interessato l'intera Valle, ma al momento la ricerca archeologica non ha elementi sicuri e probanti. Fu però nel corso del XIV secolo che il paese assunse una vera fisionomia urbanistica intorno al castello di cui non si conoscono con esattezza le origini, anche se la fortificazione risale al periodo di Ruggiero II.
Oggi, la sintesi di passato e presente convive sotto il nome dei Doria: nel Castello Doria, settecentesco, ha sede il Municipio; Doria è il nome della fabbrica di pomodoro e derivati della frutta - unica azienda salernitana quotata in Borsa - che dà sicurezza a molte famiglie della zona; Doria è l'insegna di numerosi negozi.
Un itinerario storico-artistico della città non può prescindere dalla visita di alcuni monumenti di indubbio valore, la cui conoscenza risulta una indiscutibile fonte di arricchimento: il Castello Doria, la Collegiata di San Giovanni Battista, la Chiesa di San Benedetto, la Chiesa dell'Annunziata, la Villa Comunale.
Itinerario arte catalana
Nel 1442 Alfonso d'Aragona, conquistò il regno di Napoli dopo la vittoria sull'ultimo re Angioino Renato. Fece il suo ingresso trionfale nella città di Napoli nel febbraio del 1443. Il regno di Napoli entrò così a far parte della confederazione degli Stati della corona d'Aragona.
Con la nuova dinastia, nel Regno di Napoli, si incrementarono non solo i traffici, ma anche gli scambi culturali ed artistici tra l'Italia Meridionale e la Regione Iberica. Anche Angri fu influenzata da diversi movimenti artistici, ma vi dominò soprattutto l'arte catalana, attiva più che mai a Napoli.
Infatti nel centro storico di Angri, si possono ammirare il rosone della Collegiata, il portale del palazzo de Angelis, il portale della famiglia Maldacena e la bifora e il portale del palazzo Cansolini. Queste stupende opere in pietra nera di Fiano, furono scalpellate come un finissimo ricamo dagli allievi del Sagrera, e di Matteo Forcimanya.
Oltre ai portali catalani, è possibile ammirare nel Borgo Ardinghi, Borgo più antico di Angri fondato intorno all'anno Mille dal normanno Ardingo Ardinghi, i portali rinascimentali del Palazzo Maldacena, del Palazzo d'Agostino e del palazzo Mauri.
Dell'epoca barocca, si possono ammirare: il portale del Palazzo d'Andretta nel Borgo Ardinghi; un portale situato in piazza San Giovanni, riccamente decorato da fregi e da un mascherone che funge da chiave di volta; gli affreschi situati nella volta del Palazzo de Ruggiero,in via Giudici, raffiguranti l'Onestà,la Sapienza, la Giustizia, la Temperanza, e Dio Padre; e infine tre edicole votive, nelle cui maioliche di Capodimonte, sono impresse le immagini di San Giovanni Battista, dell'Addolorata e di Sant'Alfonso Maria de' Liguori.
Itinerario naturalistico
Il Chianiello (il Pianoro), è un ampia area terrazzata, che sporge dalle verdeggianti balze dei Monti Lattari. Il pianoro ha una superficie di 10.000 mq ed ospita la tipica macchia mediterranea.
Da questa stupenda terrazza naturale è ancora possibile percorrere gli antichi sentieri utilizzati per la transumanza, che passando dai paesi di Corbara, Tramonti e Lettere, giungono in costiera amalfitana e sorrentina.
Per visionare tutti gli itinerari naturalistici collegarsi qui:
http://www.moscardiniangri.it/Sentieri.html
Itinerario religioso
Il Beato Alfonso Maria Fusco, Sacerdote diocesano e Fondatore delle Suore di San Giovanni Battista, nacque il 23 marzo 1839 ad Angri (Salerno), in diocesi di Nocera Inferiore - Sarno, da famiglia profondamente religiosa.
Ordinato Sacerdote nel 1863, si dedicò all’educazione e alla cura dei fanciulli che brulicavano per le strade, all’apostolato delle confessioni, alla predicazione e all’animazione catechetica e liturgica della gioventù, nonché alle missioni rurali. Si prodigò con eroismo rischiando la vita, nell’assistenza spirituale e materiale dei colpiti dalla grande epidemia del colera del 1866 in Campania.
Aveva particolarmente a cuore l’educazione e l’evangelizzazione della gioventù specialmente povera ed abbandonata. A tale scopo fondò, nel 1878, con la collaborazione di Maddalena Caputo ed altre tre giovani, la Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista. Dopo aver servito Dio e il prossimo con zelo evangelico, ad Angri, il 6 febbraio 1910, Don Alfonso concludeva la sua esistenza terrena con l’animo con cui era vissuto: “Niente si deve a me, tutto si deve a Dio, io sono un semplice, vilissimo strumento nelle sue mani. Questa non è opera mia, ma opera di Dio. Io sono il suo operaio”.
La povertà come stile della carità
Don Alfonso Maria Fusco dava tutto: la sua buona grazia, il suo conforto, il denaro quando lo aveva e persino i suoi indumenti. Una volta, essendo sopraggiunto il freddo, la Suora incaricata del modesto guardaroba del Padre, inutilmente cercò alcune maglie di lana che conservava nel cassetto dell’armadio. Interrogato in proposito il Servo di Dio rispose: “Eh sì, le avevi riposte qui, lo ricordo bene; ma non ci sono più…”.
Un’altra volta incontrò un mendicante sprovvisto di camicia: il Servo di Dio, entrato in un portone, si tolse la propria e la donò al povero. Ripeté lo stesso gesto, regalando i propri calzoni. E, giunto a casa, a chi si lagnava con lui della sua esagerata generosità, rispondeva: “Do uno, avrò cento!”.
Don Alfonso non dubitò mai della divina Provvidenza. Sua unica forza fu la confidenza, l’abbandono assoluto in Dio. Egli dette prova tangibile della straordinaria fiducia nella divina Provvidenza, soprattutto nella fondazione dell’Istituto Battistino. Amava ripetere: “Gesù ci tiene scritti nelle sue mani, non potrà mai dimenticarci”.
Per approndire collegarsi qui
http://www.battistine.it/alfonso-m.-fusco.html